
Descrizione
Cerere e Bacco nasce il 9 maggio 2016 con Giovanni Salvati, che ha maturato la sua passione per questo mondo fin da piccolo: cresciuto tra sala fornelli e profumi della tradizione, la sua carriera è iniziata prima ancora di conseguire il diploma alberghiero. Insieme a Diletta Iervolino, sua compagna e socia laureata in lingue e comunicazione interculturale, ha deciso di credere in Palma Campania e mescolare in un luogo storico le loro passioni: il cibo e la cultura.
Cerere e Bacco si trova in quelle che presumibilmente erano le cantine del Palazzo Aragonese (dichiarato monumento nazionale nel 1914) e il nome è un voluto richiamo a un’iscrizione latina incisa su un architrave in pietra presente nella corte del Palazzo, che recita Cereri Bacchoque dicatum ossia Dedicato a Cerere e Bacco. In epoca rinascimentale, le famiglie nobiliari erano solite apporre questo genere di iscrizioni nelle proprie case come buon augurio e seguendo quella corrente di rivalutazione della mitologia e dell’antichità classica. All’interno del nostro logo si può notare un’altra frase latina: si tratta di un proverbio (riconducibile forse a Terenzio) che recita Sine Cerere e Baccho friget Venus, ossia Senza Cerere e Bacco si raffredda Venere e cioè, stando ai significati di cui sono simbolo le tre divinità, Senza il Cibo e il Vino si affievolisce l’Amore. Il che è alla base del nostro concetto di vita e di ristorazione.
Venerati ai tempi dell'Antica Roma secondo dei riti molto particolari, Cerere e Bacco erano legati nel culto da quell’ancestrale legame tra il mangiare e il bere. Cerere era la dea della Terra, della fertilità dei campi e dell'alternarsi delle stagioni. Protettrice del raccolto - in particolare dei cereali - e degli animali, dunque del cibo. Bacco era il dio della natura feconda e che per primo introdusse tra gli uomini la coltivazione della vite. Per questo, dio del vino e dei misteri, della vendemmia e dell’ebbrezza.
La nostra filosofia riflette l’insolita unione delle competenze gastronomiche e ristorative di Giovanni e quelle linguistiche e storico-culturali di Diletta, dando molta importanza al valore culturale del cibo e alla sua capacità di creare e stimolare la condivisione: è questo il motivo di un bancone così lungo, cosicché anche se da soli, si può mangiare accanto a qualcuno.
Questo aspetto culturale è visibile anche in sala, non solo per la presenza di quadri da un significato specifico, ma soprattutto per i libri liberamente consultabili: libri sulla storia di Palma, sul cibo, sul vino, libri di poesie di autori famosi ma anche di autori palmesi.
Più specificamente, alla base della nostra idea di cucina e pizzeria vi sono quattro concetti fondamentali: semplicità, tradizionalità, territorialità, stagionalità.
Semplicità perché, senza eccedere in manipolazioni, ci teniamo che le persone possano gustare una cucina priva di fronzoli, perché convinti che sia proprio la semplicità a esaltare il gusto della qualità.
Tradizionalità perché per noi è importante rinnovare il rapporto con la tradizione proprio nel momento dello stare a tavola, proponendo piatti tipici campani, napoletani e palmesi.
Territorialità perché il nostro menu è improntato sull’uso di prodotti tipici in generale campani e meridionali, ma anche più specificamente vesuviani e palmesi, come noci, nocciole, peperoncini verdi, friarielli, torzelle, pomodorini del piennolo…
Stagionalità perché i nostri menu cambiano con l’alternarsi delle stagioni, proponendo piatti che rispettano appunto la stagionalità e la sostenibilità delle materie prime, sia che si tratti di verdure, sia che si tratti di carne o pesce.
Posizione
Via Guglielmo Marconi, 6, 80036 Palma Campania, NA, Italia
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